Introduzione e background
Chiara, ci racconti brevemente del tuo percorso professionale e di come sei arrivata a specializzarti nella gestione dello stress?
Più che parlare di una vera e propria “specializzazione” nella gestione dello stress, direi che ho capito molto presto – già subito dopo il diploma da Naturopata e all’inizio della mia pratica in studio con i clienti – quanto questo fosse un fattore chiave.
Ho notato che, alla base di molti disequilibri, fisici ed emotivi, c’è sempre una componente di stress cronico. Studiando e osservando le persone, e approfondendo in modo indipendente la fisiologia dello stress, mi sono resa conto di quanto questo stato costante possa influenzare i sistemi ormonali, metabolici ed emozionali, innescando una serie di squilibri a catena.
È stato chiaro fin da subito che molti problemi apparentemente scollegati nascono proprio da lì. Per questo, lavorare sullo stress cronico, capire le radici del problema e identificare i diversi tipi di stress che una persona può vivere, è diventato un aspetto centrale della mia pratica.
Chiaramente, questo mio interesse nasce anche dal mio vissuto personale. Prima di arrivare a fare quello che faccio oggi, ho attraversato un periodo di burnout – all’epoca non lo riconoscevo come tale – che mi aveva completamente allontanata dal mio essere. Ero profondamente stanca, sia fisicamente che mentalmente, e questo stato ha iniziato a manifestarsi con diversi disequilibri e sintomi che allora non riuscivo a comprendere.
Da lì è nata la necessità di un cambiamento profondo: ho venduto l’attività che avevo (e che amavo e che mi sono costruita da zero. .ma lo stato in cui ero mi aveva fatto perdere l’entusiasmo) e ho deciso di dedicarmi allo studio della Naturopatia, qualcosa che mi incuriosiva e mi attirava, un percorso che all’apparenza poteva sembrare un cambio radicale, ma che in realtà era guidato da fili conduttori chiari: la mia ricerca di equilibrio, di comprensione di me stessa e dei processi che stavano alla base dei disturbi che stavo vivendo.
Con lo studio e con la pratica, ho potuto finalmente comprendere col senno di poi cosa era successo nel mio corpo, riconoscere i meccanismi dello stress cronico, e capire tutti i sintomi e disequilibri che avevo sperimentato e che mi sono portata avanti nel tempo (ancora oggi so di avere una “delicatezza” a livello surrenalico e devo prestare attenzione a non andare oltre il mio limite stressogeno).
Questo percorso personale mi ha dato una consapevolezza che oggi porto nella mia pratica: aiutare le persone a individuare le radici dei loro squilibri e a intervenire in modo efficace, prima che diventino problemi più complessi.
Oggi porto questa esperienza nella mia pratica.. Il mio obiettivo è far capire che lo stress non è un concetto astratto, ma un fattore reale e gestibile, e che agire alla radice (con alimentazione, attenzioni allo stile di vita, protezione del ritmo circadiano , integrazione specifica, mindset…) può davvero trasformare la salute e il benessere della persona.
Negli ultimi anni, concentrandomi sulle donne in perimenopausa e menopausa, questa attenzione è diventata ancora più rilevante: in questa fase della vita il corpo è già più vulnerabile, e la gestione dello stress diventa fondamentale per prevenire squilibri più marcati. Spesso, purtroppo, lo stress viene liquidato con un semplice “è normale, è stress”: invece è una questione reale, concreta, e capire le cause profonde permette di intervenire in maniera efficace.
Che cosa ti ha spinto a focalizzarti proprio su questo tema, che oggi è così attuale e diffuso?
Quello che mi ha spinto a focalizzarmi sullo stress cronico nasce soprattutto dalla mia esperienza personale. Ho vissuto sulla mia pelle cosa vuol dire essere in uno stato di stress prolungato, arrivando a un vero e proprio burnout, con tutti i disequilibri fisici, ormonali, mentali ed emotivi che ne derivano. Prima di intraprendere il percorso che faccio oggi, in quello che io definisco “il mio primo atto”😊, avevo un’attività che amavo (una scuola di Kitesurf!!), che avevo costruito da sola, ma che per una serie di motivi mi ha portato a uno stato di stanchezza profonda, fisica e mentale, che durò diversi anni.
Col senno di poi, quando ho venduto quell’attività – proprio perché ero letteralmente “alla frutta” e avevo perso l’entusiasmo (già questo avrebbe dovuto essere un campanello d’allarme per quello che, diversi anni dopo, con le conoscenze acquisite, ho capito essere stato un burnout durato quattro anni) – e ho iniziato a studiare Naturopatia, ho potuto finalmente riconoscere e comprendere i meccanismi dello stress cronico, vedere come agisce sul corpo e sulla mente e capire quanto sia alla base di molti disequilibri che le persone vivono senza rendersene conto.
Da lì è nato il mio interesse professionale: capire come lo stress influisce su assetti ormonali, metabolici, organici ed emotivi, e soprattutto come intervenire concretamente per gestirlo.
Oggi, in tutte le mie consulenze e nei Percorsi che sviluppo, lo stress cronico è sempre un punto centrale: dedico moduli specifici a comprenderlo, a riconoscerlo e a intervenire su tutti i piani, perché so bene quanto possa influenzare la vita quotidiana, la salute e il benessere complessivo.
Stress: comprensione e impatto
Quando parliamo di stress, spesso è percepito solo come qualcosa di negativo. In realtà, esiste anche uno stress “buono”?
Sì, esiste anche uno stress “buono”, che viene definito come “eustress”. È lo stress che proviamo quando affrontiamo sfide che ci stimolano e ci aiutano a crescere, come un nuovo progetto lavorativo, una sfida sportiva o una situazione che ci spinge a uscire dalla nostra zona di comfort. Questo tipo di stress è benefico perché attiva le risorse psicofisiche in modo positivo, migliorando la performance e la motivazione. Tuttavia, se non gestito, anche l’eustress può trasformarsi in stress dannoso. La chiave sta nell’equilibrio.
In aggiunta, c’è un altro tipo di stress che può essere positivo per il corpo: lo stress ormetico. Si tratta di uno stress controllato e temporaneo, che stimola il corpo in modo da favorirne l’adattamento e il rafforzamento. Esempi di stress ormetico includono l’esposizione volontaria al freddo o al caldo (come nel caso delle saune o dei bagni ghiacciati), e l’attività fisica strutturata, come l’allenamento intenso. Sebbene questi tipi di stress possano sembrare estremi, se gestiti correttamente, aiutano il corpo a diventare più forte e resiliente, attivando meccanismi di protezione che migliorano la salute generale. Proprio come l’eustress, lo stress ormetico deve essere praticato con attenzione e moderazione per evitare che diventi dannoso.
Quali sono le principali differenze tra stress mentale, fisico, emotivo e cronico?
Quando parliamo di stress, è importante fare una distinzione chiara. Lo stress che sperimentiamo può essere suddiviso in diverse categorie, ma la base su cui partire è la differenza tra stress acuto e stress cronico. Lo stress acuto si riferisce a un evento di reale pericolo o di forte impatto emotivo che il nostro cervello percepisce come una minaccia immediata. È la risposta naturale a un pericolo che ci costringe a reagire prontamente con una reazione fisiologica, che può essere di attacco, fuga o anche freeze (congelamento). Questa risposta crea un momento di disequilibrio nel nostro corpo, ma l’obiettivo è farci superare rapidamente il pericolo e riportarci a uno stato di equilibrio.
Nel mondo di oggi, tuttavia, la maggior parte dello stress è cronico, ovvero non è più un evento isolato, ma una condizione che persiste nel tempo.
Lo stress cronico si accumula spesso a causa di situazioni che si cronicizzano, come preoccupazioni quotidiane, traumi non elaborati, sfide costanti o pressioni emozionali e mentali che non vengono mai realmente risolte. Tuttavia, è fondamentale aggiungere che anche fattori esterni e comportamentali possono contribuire all’accumulo di stress cronico. Il consumo cronico di cibo infiammatorio e/o ultraprocessato e un’alimentazione carente dal punto di vista nutrizionale, insieme a stili di vita poco salutari, sono fattori che agiscono come stressori aggiuntivi per il nostro corpo. Anche l’abuso di alcol e il fumo sono in grado di favorire un ambiente infiammatorio che cronicizza lo stress. Non meno importanti sono comportamenti come l’eccessivo allenamento senza adeguate pause o l’eccessiva esposizione alle luci artificiali, che alterano il nostro ritmo circadiano e contribuiscono a mantenere il nostro sistema nervoso in uno stato di iperattivazione.
Questi fattori esterni, uniti a quelli psicologici ed emotivi, creano un quadro complesso che favorisce il mantenimento di un continuo stato di allerta, indebolendo progressivamente la nostra capacità di recupero e di adattamento. Il nostro corpo, quindi, non ha mai la possibilità di “riposare” completamente da questo stress, e di conseguenza l’equilibrio viene compromesso su più fronti.
Ora, se andiamo a esplorare più nel dettaglio le differenze tra stress fisico, emotivo e mentale, possiamo dire che lo stress fisico è il risultato di un pericolo o di un impatto fisico diretto, come un incidente o una malattia, che mette sotto pressione il nostro corpo. L’esempio classico è un incidente stradale, dove il nostro corpo è immediatamente messo alla prova con una risposta fisiologica che può manifestarsi come un aumento del battito cardiaco, sudorazione, tensione muscolare e attivazione dei sistemi di difesa.
Lo stress emotivo, invece, è spesso legato a situazioni dolorose o traumatiche sul piano affettivo. La morte di una persona cara, una separazione o un conflitto interpersonale possono scatenare una reazione emotiva che colpisce direttamente il nostro stato psichico. Sebbene sia un tipo di stress che può avere un forte impatto a livello mentale, non possiamo separarlo dal fisico. Infatti, lo stress emotivo si traduce sempre anche in cambiamenti corporei. Un esempio potrebbe essere un lutto che, oltre al dolore psicologico, porta anche a sintomi fisici come insonnia, perdita di appetito, e affaticamento.
Lo stress mentale, infine, si manifesta principalmente nel nostro cervello e riguarda il carico cognitivo che percepiamo ogni giorno. Pensieri incessanti, preoccupazioni, ansia da performance e sensazione di essere sopraffatti dalle responsabilità quotidiane rientrano in questa categoria. La differenza principale rispetto allo stress emotivo è che lo stress mentale è più legato alla nostra mente razionale e ai nostri pensieri, mentre lo stress emotivo coinvolge più direttamente le nostre emozioni e la nostra capacità di relazionarci affettivamente con gli altri.
Stress cronico, come accennato, è uno stato che persiste nel tempo. È legato a una continua attivazione dei meccanismi di risposta al pericolo, che però non sono mai “spegni” perché il pericolo è percepito come sempre presente. Questo tipo di stress è quello che non solo mina il nostro equilibrio fisico e mentale, ma finisce anche per compromettere la nostra salute a lungo termine, alimentando un circolo vizioso di ansia, malessere e disfunzione dei sistemi corporei.
Inoltre, è fondamentale considerare il concetto di psicosomatica, che è una chiave per comprendere come i pensieri, le emozioni e le esperienze psichiche influenzino direttamente la nostra salute fisica. Il cervello, infatti, non distingue più tra il pericolo immediato (come una macchina che ci sta per investire) e le problematiche mentali ed emotive che ci rovinano la vita quotidiana. Pensieri incessanti, ansie o traumi non risolti possono essere percepiti dal nostro corpo come minacce reali e scatenare una risposta fisiologica di stress, che però non ha una conclusione naturale. Questa risposta resta attiva, mantenendo il corpo in uno stato di continuo allerta.
Un esempio di come lo stress cronico, spesso legato a traumi o eventi emotivamente traumatici, possa manifestarsi a livello fisico sono le malattie autoimmuni. Esistono studi che suggeriscono che traumi passati, stress non gestito e la cronicizzazione di situazioni problematiche possano essere alla base di un’alterazione del sistema immunitario, che inizia a attaccare il corpo stesso. Questo è un esempio di come lo stress cronico possa manifestarsi fisicamente, a volte anche in maniera silente, ma sempre con effetti profondi sul nostro benessere complessivo.
Come riconoscere i segnali di uno stress che sta diventando dannoso per la salute?
I segnali di stress dannoso possono essere sottili ma persistenti. Un calo dell’energia, difficoltà nel dormire, irritabilità, difficoltà di concentrazione, e l’uso di meccanismi di coping poco sani (come mangiare in eccesso o evitare attività fisiche) sono tutti segnali chiave. Un altro segno importante è il senso di sopraffazione: se ti senti costantemente sotto pressione e non riesci a trovare il tempo per te stessa, è un campanello d’allarme. Lo stress cronico può anche manifestarsi con sintomi fisici come tensione muscolare, mal di testa, e problemi digestivi.
Un segnale che trovo molto significativo e che spesso riconoscono le donne è quando ci sentiamo particolarmente delicate a livello emotivo. Ad esempio, quando basta una domanda come “come stai?” o un piccolo imprevisto, come la caduta di una penna, per farci scoppiare a piangere. Questo tipo di reazione indica che siamo proprio al limite, che il nostro corpo e la nostra mente sono sovraccarichi e non riescono più a gestire la pressione accumulata. È un segno chiaro che lo stress ha raggiunto livelli dannosi e che è il momento di fermarsi e prendersi cura di sé.
Quali conseguenze può avere lo stress non gestito su energia, sonno e benessere generale?
Lo stress cronico, se non gestito, può ridurre drasticamente i livelli di energia, rendendoci costantemente stanchi e demotivati. In termini di sonno, lo stress interferisce con la qualità del riposo, causando insonnia o un sonno frammentato, che non permette al nostro corpo di rigenerarsi adeguatamente. Questo impatto negativo sul sonno ha ripercussioni nel resto della giornata e nelle giornate a venire, influenzando diversi sistemi fisiologici e ormonali, come ad esempio il meccanismo di regolazione glicemico-insulinica. Quando il sonno è compromesso, anche il cortisolo (l’ormone dello stress) risulta alterato, creando un disequilibrio che incide sulla capacità di gestire la glicemia e porta spesso a un aumento della fame, specialmente per cibi ricchi di carboidrati e zuccheri.
Inoltre, la mancanza di un sonno ristoratore e un livello cronico di stress impattano anche sulla memoria, concentrazione e altre funzioni cognitive. Anche solo una notte di sonno disturbato può ridurre significativamente il focus e le capacità di apprendimento, con effetti a lungo termine sulla produttività e sulla salute mentale.
In generale, il benessere e l’equilibrio complessivo dell’organismo vengono compromessi, aumentando il rischio di sviluppare disturbi come ansia, depressione, problemi cardiovascolari, disturbi metabolici e indebolimento del sistema immunitario. Lo stress cronico è infatti uno dei principali fattori di rischio per malattie metaboliche come il diabete di tipo 2 e l’obesità. La gestione dello stress è quindi fondamentale per prevenire queste conseguenze e mantenere un equilibrio sano, non solo emotivo ma anche fisiologico.
Strategie e consigli pratici
Quali sono i primi passi pratici che una persona può fare per gestire meglio lo stress nella vita quotidiana?
Il primo passo è riconoscere e accettare che lo stress fa parte della vita. Da lì, possiamo implementare strategie concrete come pratiche di respirazione profonda, meditazione, e attività fisica. Anche semplici pause durante la giornata, come una camminata all’aperto o un momento di relax, possono fare la differenza. La gestione del tempo è un’altra componente fondamentale: imparare a delegare, dire di no quando necessario, e stabilire priorità aiuta a ridurre il carico mentale. Creare una routine serale che favorisca il rilassamento è altrettanto importante, ad esempio evitando schermi elettronici prima di dormire.
Ci sono tecniche o abitudini che consigli di integrare subito, anche per chi ha poco tempo?
Ah, il famigerato “ma io non ho tempo” 😁! Una frase che ormai risuona in ogni angolo della nostra vita, vero? La realtà è che viviamo in una società che ha creato ritmi non umani, non biologici e noi li a correre sulla ruota del criceto..– e lo dico senza fare il giudice, ma più come un’osservazione affettuosa, perché ci sono dentro anch’io. Viviamo a mille all’ora, con la sensazione che non ci sia mai abbastanza tempo per fermarci e prenderci cura di noi. E questo, credetemi, è un vero problema. Non c’è tempo per vivere la vita – e già il fatto che lo diciamo dovrebbe farci riflettere un attimo, no? Capisco che la vita è frenetica, che spesso ci si sente come se si stesse correndo per tenere tutto in equilibrio, ma chiediamoci: è davvero tutto così urgente? Quanti di noi stanno davvero perdendo ore del giorno a scrollare social, magari senza nemmeno accorgersene (ogni cellulare ti può dare un report delle ore passati sulle varie app..dacci un occhio..) ? Eppure, anche solo un’ora che spendiamo diversamente potrebbe fare miracoli.
Non sto dicendo che non siamo occupati. Io sono la prima a dover essere super intenzionale e sforzarmi ad organizzarmi meglio, ogni giorno, per avere il tempo..
So che a volte il lavoro è un impegno immenso, che ci tante persone iniziano prestissimo e tornano tardissimo a casa, magari con due o più ore di viaggio al giorno. Ma fare una piccola riflessione su dove “perdiamo” il nostro tempo, senza giudicare, ma con consapevolezza, potrebbe essere il primo passo per cominciare a rimettere in equilibrio la nostra vita.
Quindi, partiamo dal primo passo, che è una riflessione. Nessuna critica, eh! È solo un invito amorevole a rimettere in ordine le priorità. Se non siamo noi stessi al nostro meglio, non possiamo esserlo per gli altri. Non possiamo essere efficienti al lavoro, non possiamo essere presenti per la nostra famiglia, e soprattutto, non possiamo essere presenti per noi stessi. Ricordiamoci che la persona più importante della nostra vita siamo noi, e se noi non funzioniamo, come possiamo dare il meglio di noi agli altri?
Detto ciò, passiamo alle azioni concrete, quelle che possiamo mettere in pratica subito. Anche se la giornata è frenetica, ci sono piccole cose che possiamo fare per migliorare il nostro benessere:
- Evita i social, messaggi, email..insomma il cell nelle prime 3 ore (per lo meno le prime 2) dal risveglio e prima di andare a dormire. Credimi venire inondata di mattina da notizie orribili, richieste e simili non è ideale per il sistema nervoso, mantiene quel costate senso di allerta e pericolo. Dobbiamo intenzionalmente proteggerci dal mondo moderno che vuole darci solo continui stimoli artificiali.
Per farti un esempio personale, io mi sono data una regola che non apro instagram prima delle 12:00 (con la rara eccezione del promemoria per la diretta Q&A del lunedì 😉.. e dopo le 18:30.. e con instagram ci lavoro. - Micro rilassamento: prenditi 5 minuti per respirare profondamente e rilasciare le tensioni. Può sembrare poco, ma fa una differenza enorme.
- Alzati ogni ora: se lavori in modo sedentario, è fondamentale fare una pausa. Alzati, fai due passi, apri la finestra, lascia entrare la luce naturale e lascia che il tuo corpo si riattivi. La luce naturale regola il ritmo circadiano e aiuta a migliorare il nostro umore.
- Stretching o camminata di 10 minuti: questi brevi momenti di movimento, se fatti regolarmente, sono un toccasana contro lo stress fisico.
- Scrivere un diario di gratitudine: anche solo per 5 minuti la sera, questo semplice gesto aiuta a riequilibrare le emozioni, creando un rituale di riflessione positiva.
Infine, desidero lasciare altri due imput che portano alla riflessione della situazione che stai vivendo.
Una pratica, se così possiamo chiamarla, che troppo spesso trascuriamo perché viviamo ai mille all’ora sulla “ruota del criceto”, ma che fa la differenza, è questa: inserisci dei momenti non negoziabili nella tua settimana.
Che si tratti delle sessioni in palestra/allenamento, di un caffè con un’amica, o di un incontro con un gruppo di amici che ti fanno stare bene.
Questi momenti sono vitali. Devono essere appuntamenti fissi con te stessa, da rispettare come qualsiasi altro impegno di lavoro. Questi momenti di socializzazione e risate sono fondamentali per scaricare lo stress e ricaricare le energie.
E non dimenticare! Se c’è una passione che hai messo da parte, cerca di ritagliarti del tempo per coltivarla di nuovo. Può essere un hobby, un’attività creativa o semplicemente qualcosa che ti fa sentire viva e felice. Il tempo per te stessa è fondamentale.
L’importanza che noi diamo ad un evento è ciò che ce lo fa vivere come uno stress o meno. Infatti, la percezione della stessa situazione può essere vissuta come enorme stress da una persona, mentre per un’altra come un nonnulla.
Ciò che fa questa differenza è quanta importanza tu decidi di dare a quella determinata situazione.
Quindi presta attenzione alle situazioni che normalmente ti innescano una risposta stressogena, guardale dall’esterno e chiediti: ne vale la pena? Quanta energia voglio davvero dare a questo evento/situazione? La sto facendo più grande di quello che in realtà è? E se sì, perché sto dando così tanta importanza?
Questo si lega a un altro ragionamento collegato che ci tengo a portare alla tua attenzione. Spesso, quando siamo costantemente stressati da tutto e non troviamo più entusiasmo, ma semplicemente operiamo come piccoli robottini, può significare che stiamo vivendo non allineati ai nostri valori, che non stiamo vivendo in modo realmente autentico la vita che desideriamo, e quindi tutto è una lotta, un attrito. Chiaramente ci sono contingenze in determinati momenti della vita dove non possiamo cambiare determinate situazioni. Ma ti invito solo a rifletterci, se trovi che questo ti risuona.
In conclusione, il “segreto” per gestire lo stress è una combinazione di piccoli cambiamenti quotidiani e una sana riflessione su come strutturiamo la nostra giornata e la nostra vita. Non serve una rivoluzione totale, ma delle piccole azioni che, messe insieme, fanno una grande differenza. 😉
Quanto contano l’alimentazione e gli integratori nella gestione dello stress?
L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nella gestione dello stress, perché il nostro corpo è un sistema complesso che risponde in modo dinamico a tutto ciò che gli forniamo. Mangiare in modo equilibrato, preferendo alimenti ricchi di nutrienti, può migliorare significativamente la risposta del corpo allo stress. Un’alimentazione carente di nutrienti o caratterizzata da cibi infiammatori può, infatti, diventare un vero e proprio fattore stressogeno per l’organismo, peggiorando la situazione e facendo sì che il cibo stesso diventi un nemico del nostro benessere. Già ne abbiamo abbastanza di stress nella vita, giusto? Ecco, cerchiamo di fare in modo che il cibo non sia uno di questi 😉
Quindi, l’alimentazione deve essere nutriente. Ma cosa significa nutriente? Significa che dobbiamo consumare cibi che contengano vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi e altre molecole essenziali che siano biodisponibili. Quindi le proteine sono fondamentali, così come i grassi sani – essenziali per il nostro equilibrio ormonale e per la gestione dello stress, e per quanto riguarda i carboidrati è necessario individuare quelli che funzionano per noi e non ci infiammano, ricordandoci che non dovrebbero essere la parte preponderante della nostra alimentazione.. e ricordandoci anche che per carboidrati si intendono anche verdure-ortaggi e frutta, non solo cereali-grani e derivati 😉
Allo stesso modo, è importante evitare il consumo frequente di alimenti ultra-processati e bevande che possano peggiorare la risposta glicemica e quindi stressogena e la salute in generale. Zuccheri raffinati, caffeina in eccesso e alcol consumato frequentemente sono noti per alterare i livelli di ansia, interferire con i ritmi circadiani e sregolare il cortisolo, compromettendo la qualità del sonno e l’efficienza del corpo nel gestire lo stress, oltre a favorire un’infiammazione di basso grado.
Un’attenzione alla qualità e alla provenienza degli alimenti che scegliamo è altrettanto fondamentale. Se possiamo, cerchiamo di scegliere cibi freschi e locali, più nutrienti e meno trattati, animali allevati al pascolo (o per lo meno in modo non intensivo) e pesce pescato se possibile, per supportare il nostro corpo in modo adeguato.
A tutto questo, si aggiunge un’integrazione mirata che, oggi più che mai, può essere decisamente funzionale, soprattutto in caso di stress. Ad esempio, le vitamine del gruppo B e il magnesio sono essenziali per la maggior parte dei processi biochimici, la produzione di energia e il buon funzionamento del sistema nervoso. In stati di stress cronico, il consumo di queste molecole aumenta e di conseguenza cresce anche il fabbisogno.
Inoltre, alcune piante adattogene, come la Rhodiola e l’Ashwagandha (per citare le più conosciute), sono capaci di adattarsi alle richieste dell’organismo in stato di stress, modulando la risposta del corpo. Sono quindi alleate preziose nella gestione dello stress.
Quindi sì, anche gli integratori, mirati e di qualità come quelli di Zreen, sono un valido supporto! Mi preme però ri-sottolineare che devono sempre essere inseriti in un contesto di benessere globale, che include una buona alimentazione e pratiche di buon stile di vita.
Le Box dedicate allo stress
Puoi spiegarci come sono nate le box che abbiamo creato insieme e a chi sono rivolte?
Le box dedicate allo stress sono nate proprio dalla consapevolezza che lo stress cronico può manifestarsi in modi diversi e influire su vari aspetti della vita quotidiana. Ogni box è pensata per supportare specifici bisogni, come il miglioramento del sonno, il rilassamento mentale, o il recupero energetico.
Volevamo creare uno strumento pratico, semplice da integrare nella routine quotidiana, ma che fosse anche altamente mirato. Le box sono rivolte a chi vive un elevato livello di stress e cerca un supporto integrativo per gestirlo in modo efficace, migliorando la propria qualità di vita.Come consigli di integrare le box nella propria routine quotidiana per ottenere benefici reali?
Le box sono pensate per essere integrate con facilità. Ogni box include gli integratori specifici, ma è importante utilizzarli come parte di una routine che include anche momenti di rilassamento e attenzione alla nutrizione. Consiglio di prendere gli integratori come indicato, ma soprattutto di abbinarli a piccole azioni quotidiane di consapevolezza, come esercizi di respirazione o una breve passeggiata. L’efficacia degli integratori cresce se si è consapevoli del proprio corpo e delle proprie necessità, creando un’armonia tra supporto nutrizionale, gestione dello stress e cura di sé.
Per questo invito a leggere gli articoli dedicati dove si possono trovare molti suggerimenti a riguardo.
Approccio personale e futuro
Qual è la tua routine personale per gestire lo stress cronico?
Devo dirti che lo stato di forte stress cronico è stato un tema per me per molti anni. Allora non sapevo nulla a riguardo, fino a culminare in un bel burnout, che è stato il punto di svolta della mia vita: vendendo l’attività che avevo, ricominciando a studiare, fino ad arrivare a fare ciò che faccio ora. Solo col senno di poi e con le conoscenze acquisite, ho compreso che tutte le problematiche ormonali, metaboliche ed emozionali che mi si presentavano e che tornavano per anni in modo intermittente avevano un’origine comune.
Ora, dopo averci lavorato molto, e con il mio sistema ormonale ormai molto sensibile a riguardo, riconosco i segnali precocemente. Ammetto però che ancora ogni tanto tendo ad arrivare “sulla soglia” 🤪, soprattutto nel lavoro… ma negli ultimi 2-3 anni sto migliorando molto 😄.
Prima di addentrarmi in cosa faccio concretamente per la gestione dello stress cronico, ci tengo a fare un’ulteriore premessa importante.
Come sempre insegno, la gestione dello stress cronico è una pratica quotidiana, o meglio, è fondamentale creare sistemi, abitudini e routine che si integrino nello stile di vita, per modulare costantemente il sistema nervoso e riconoscere i segnali prima che diventino esplosivi.
Chiaramente, non significa che non incontreremo periodi di forte stress prolungato, ma se accadrà, con la consapevolezza e le abitudini integrate, saremo in grado di gestire meglio la situazione, evitando burn-out o esaurimento psicofisico.
Tornando a cosa faccio io: personalmente, ho una grandissima passione che accende la mia anima e funziona come un destress meraviglioso per corpo e mente: wingfoil e kitesurf.
Ho la fortuna di vivere vicinissima al Lago di Garda, dove posso praticarli ogni volta che mi è possibile, per la maggior parte dell’anno. Mi ritaglio del tempo al mattino presto (il momento che preferisco per uscire in acqua), anche durante la settimana nei giorni di vento, sostituendo la passeggiatina mattutina con una bella uscita rigenerante 🙂
Oltre a questo, ho i miei non negoziabili quotidiani e settimanali, che mi permettono di settare il giusto tono e focus alla giornata e di decomprimerla alla sera. Mi aiutano a mantenere modulazione e protezione del sistema nervoso. Sono, in ordine sparso:
- Breve meditazione al risveglio (10 min circa)
- Tazza d’acqua con un po’ di sale a piedi scalzi sull’erba e breve stretching con 3 giri di saluto al sole
- Passeggiatina mattutina prima di colazione (20 min), con qualsiasi meteo e temperatura, tranne le mattine che esco al lago 😉
- Allenamenti strutturati in settimana, crossfit e K1 (kickboxing), fissati sul calendario come appuntamento ripetuto (forever 😁) — se non è sul calendario, non avviene!
- Passeggiatina di decompressione di fine giornata nelle campagne sotto casa
- Telefono sempre in modalità silenziosa: da più di 6 anni, è stata una svolta importantissima per la mia risposta stressogena. Il continuo suono delle notifiche è devastante per il sistema nervoso, perché mantiene uno stato di allerta costante. Provare per credere!
- Modalità “non disturbare” dalle 19:00 alle 8:00 (tranne chiamate emergenza da famigliari/amici stretti). Non rispondo a messaggi di lavoro oltre le 18:00
- No wifi/rete e non in carica durante la notte
- Schermo modalità giallognola tutto il giorno, rosso alla sera. La luce blu artificiale emessa dagli schermi disturba il ritmo circadiano e aumenta il cortisolo, sopprimendo la melatonina
- Occhiali con lenti anti-luce blu gialle di giorno e rosse la sera quando guardo qualche serie TV
- Ogni sera, appoggiando la testa sul cuscino, penso a 3 cose per cui sono grata nella giornata
Per quanto riguarda l’integrazione:
- Magnesio glicinato e omega 3 (Norsan) quotidiani e continuativi
- A cicli, integrazioni mirate a supporto surrenalico: Adapto 4 Plus (mattina), Ashwagandha (sera), raddoppio del magnesio glicinato o aggiunta di magnesio taurato, Complesso B+C
Durante la giornata, faccio mini pause all’aperto (anche solo 5 minuti fuori dalla porta), e dedico tempo alla connessione profonda, risate e scambio con persone care.
Ovviamente, un’alimentazione nutriente, appagante e non infiammatoria è parte integrante della gestione dello stress cronico, come spiegato nelle risposte precedenti.
Queste abitudini e routine, ormai parte integrante della mia quotidianità — non ci devo nemmeno pensare — fanno parte della gestione dello stress cronico. Come spiegavo, nel mondo in cui viviamo, prendersi cura del sistema nervoso è una pratica quotidiana, che risiede nel creare uno stile di vita del BenEssere, che consideri tutto:
- Alimentazione quotidiana
- Attenzione ai propri pensieri e valori, crescita e conoscenza personale/spirituale
- Scelte su contenuti, libri, cibi, bevande, altre sostanze
- Integrazione mirata
- Movimento e contatto con la natura
- Persone con cui scegli di circondarti
Tutto questo permette di modulare il sistema nervoso e avere una risposta equilibrata anche agli eventi stressogeni reali.
Faccio un esempio concreto: la meditazione mattutina (10-15 min), ormai pratica quotidiana da anni, mi ha permesso di rispondere agli eventi in modo più centrato e sereno. Non è stata l’unica pratica, ma ha contribuito molto a imparare a stare nel momento.
Certo, ogni tanto sbotto 😅, ma oggi riesco ad avere un approccio molto più sereno con tutte le situazioni.
Desidero concludere con questo: tutta la “lista” sopra può sembrare infinita e creare sopraffazione, ma sono abitudini integrate e automatiche, ogni tassello contribuisce alla modulazione quotidiana del sistema nervoso e alla gestione dello stress. Questo flusso non è nato in un giorno, ma attraverso un processo di piccoli cambiamenti fino a stabilizzarsi naturalmente negli anni.
Quello che voglio dire è che non bisogna copiare la routine di qualcun altro. Si può prendere spunto e capire dove nella propria vita inserire qualcosa, anche solo iniziando da una piccola abitudine. Ogni persona ha contesti diversi, ma è possibile trovare piccoli momenti “non negoziabili” per se stesse, anche nel caos quotidiano.
La maggior parte delle mie clienti, con costanza, pratica e sprimentazioni, riesce a ritagliarsi i loro spazi nel giorno o nel weekend per il proprio BenEssere. Si può fare, un passo alla volta, prestando attenzione a dove, cosa e chi disperde le energie, e mettendo in campo piccole pratiche che, ripetute, diventano abitudini e che sommate fanno una grande differenza.